LA STORIA
C’è una differenza, infinitesimale eppure decisiva, fra tornare e ritornare. Perché tornare è un unicum, una cosa che succede, concettualmente, una volta soltanto. Mentre ritornare è una ripetizione continua, costante, di un viaggio verso un luogo, verso un posto, sempre lo stesso: tornare, di nuovo, lì dove si è già ritornati più e più volte. La decisione di intraprendere questo cammino si immerge nella sublimazione radicale dell’idea stessa di ritorno. Chiunque nasca in Sicilia, a un certo punto della sua vita, si trova infatti di fronte a un dilemma inevitabile: rimanere oppure andarsene. Molti decidono di partire. Spesso, però, non si tratta di una vera scelta, ma di un’inevitabilità, dettata dalla mancanza di opportunità. È una dinamica che si ripete ciclicamente, quella della migrazione economica, e che non è certo tipica della sola Sicilia: andarsene, alla ricerca di un futuro migliore, di prospettive economiche più solide, nella speranza di poter coltivare le proprie ambizioni, il proprio talento, o di poter semplicemente vivere in un contesto più sereno, più giusto, rispetto a quello nel quale si è nati e cresciuti, è uno status che condividono milioni di persone in tutto il pianeta. È un fenomeno, quello dell’andarsene, che nel caso della Sicilia assume delle specificità molto peculiari. Se da una parte, infatti, la Sicilia è un luogo meraviglioso, una delle più straordinarie isole del Mediterraneo, con un patrimonio storico, culturale, naturale, incommensurabile, dall’altra è però anche un luogo ancora socialmente ed economicamente arretrato, nel quale persistono profonde pratiche clientelari e nepotistiche, dove i conflitti di interesse, il sistema delle raccomandazioni, il patriarcato, hanno ancora una valenza decisiva nel bilancio complessivo dell’organizzazione comunitaria. Il tessuto umano e civile siciliano, insomma, è complesso e ricco di contraddizioni. Questo cammino di 3.740 chilometri nasce così con un obiettivo molto chiaro: sostenere, attraverso due campagne di crowdfunding, due raccolte fondi, due progetti importanti: la crescita dell’hub creativo Settentrionale Sicula e la nascita di Aitna, una start-up di impatto sociale che produrrà calze solidali: ne parlo con qualche dettaglio in più nei paragrafi di questa pagina dedicati agli Obiettivi. Soprattutto, attraverso questo cammino, attraverso questi due progetti, ritornarò a casa, nella mia isola, oltre vent’anni dopo essermene andato, per provare a costruire un piccolo pezzo di cambiamento, per sostenere, con l’energia e la volontà, tutte quelle realtà positive, tutte quelle persone straordinarie, che dalla Sicilia non se ne sono mai andate, o che sono già tornate, e che nonostante tutto e tutti hanno deciso di impegnarsi nella loro terra, per la loro terra. Questo cammino, insomma, non è soltanto una sfida personale, ma anche un atto di resistenza, un momento nel quale cristallizzare il concetto per cui la costruzione del cambiamento passa attraverso le azione concrete. Camminare, oggi, può sembrare un gesto anacronistico, eppure è l'atto più naturale, più essenziale, più autentico, per riconnettersi con il mondo e con sé stessi. Ed è anche un modo per rallentare, per osservare, per ascoltare: per dare valore non solo alla meta, ma anche e soprattutto al viaggio. Un passo alla volta.